Abbatti una

Abbatti una statua? Va bene ma non hai cancellato la storia! Dici le parolacce? Va bene ma non ottieni di più! Combatti la violenza con violenza? Va bene ma non elimini la violenza. Le proposte di legge dovrebbero essere, utopia, anonime e solo dopo aver deciso il loro destino rendere pubblico il nome dell’autore o del gruppo. Ieri Francesco mi ha venduto il pesce buono, buonissimo, l’ho cucinato bene e l’ho, anche Caterina e Vitto cugina, mangiato con gran piacere, era molto tempo che non gustavo così intensamente e volentieri del cibo. Le ostriche “Fine de Claire” molto buone, le alici fritte gustose e profumate di mare agitato, i calamari, morbidi senza essere molli, piacevolmente iodati, le vongole veraci di Oristano mi hanno rappacificato con le veraci, per chiudere l’orata pescata in mare aperto, non mi piacciono le orate e/o branzini d’allevamento, non c’era il besugo. Descrivere la cottura di questi pess è semplice e mi sembra inutile descriverla ma forse a qualcuno può interessare e allora spiego: le ostriche le ho lavate esternamente e non internamente come ho fatto, solo, l’ultima volta preferisco trovare qualche scheggia di guscio ma non c’erano, piuttosto che gustarle slavate, poiché è un periodo che bevo poco, già detto, mi sono accontentato di un buon Vermentino dei Colli di Luni per tutte la portate, le alici stestate e svuotate, la prossima volta le cucinerò impanate, le ho infarinate in una miscela di farine di grano tenero “0” “1” e grano duro e le ho fritte in EVO, solito che uso per cucinare, buono ma senza lode e senza infamia, stesso sistema per i calamari, le vongole le ho tenute qualche ora in acqua tiepida, 25°C, salata ed è la prima volta che vedo le vongole, con le antenne protese esternamente notevolmente, spruzzare l’acqua con getti di anche venti centimetri, il famoso “schizzo della vongola” ah, ah, in una pentola ho messo EVO, aglio e prezzemolo tritati, pepe e un poco di pangrattato, mezzo bicchiere (30ml), di Vermentino, il vino lo uso raramente, ho picciato il fuoco e cotte per tre o forse quattro minuti e alla fine erano tutte aperte e sapide con una buona continuità del sapore, l’orata, 950g, l’ho messa in forno, a duecentocinquanta gradi e appena richiuso la porta del forno ho abbassato la temperatura di settantacinque gradi, appoggiata in una teglia con aglio, nuova produzione ma anche quello di prima, vestito e non, rosmarino, salvia e alloro all’interno e all’esterno e dopo quaranta minuti ho portato la temperatura a duecentoventi gradi per circa dieci minuti. Non sono troppo capace di porzionare il pesce ma con pazienza l’ho fatto e distribuito le porzioni e mi sono gustato con grande soddisfazione la mia parte e son convinto che sia stato il piatto più buono della cena perché se le altre portate fossero valse otto, l’orata era da nove, solo nove perché mancava il mare. Ancora ora che sto scrivendo mi sento soddisfatto. 

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